Nella luce della risurrezione

I vescovi italiani, nel presentare la seconda edizione del Rito delle esequie (2012), così si esprimevano: «I cristiani sono invitati ad affrontare la propria morte e quella dei loro cari non solo come una scomparsa e una perdita, ma come un passaggio, un vero e proprio esodo da questo mondo al Padre, verso il compimento definitivo e pieno, nell'attesa del giorno ultimo in cui tutti i morti risorgeranno [...]. A questa grande verità mirano i riti cristiani delle esequie, i quali accompagnano i tempi e i luoghi dell'esperienza della morte di ciascun fedele e confessano attraverso i gesti e le parole l'articolo di fede: "Credo la risurrezione della carne"».


Le tombe dei defunti, appositamente benedette, sono segno di speranza, come ricorda sempre il Rituale in una delle formule previste per la benedizione del sepolcro:

«Signore Gesù Cristo, riposando nel sepolcro hai santificato le tombe di tutti coloro che credono in te, cosi da renderle per noi segno di speranza nella risurrezione».


Sempre nella speranza della resurrezione possiamo partecipare alla messe di suffragio, ricordando il nome del defunto noi preghiamo per lui, possiamo fargli sentire il nostro affetto ed il nostro amore coltivando la speranza di ritrovarci presto insieme davanti a Dio.


Perciò, come cristiani, possiamo pregare al cimitero, custodire i sepolcri con attenzione ai segni di speranza (luce e fiori), scegliere una data per ricordare nella messa i nostri cari, nelle nostre sacrestie sono già disponibili le agende del 2026.


Don Alessio