La processione con la statua della compatrona: un gesto di devozione che parla al cuore della comunità
Ogni anno, nel cuore dell’estate, la nostra comunità si ritrova a camminare insieme per le vie di Bulgarograsso portando in processione la statua di Sant’Anna, compatrona del paese. Un gesto semplice e popolare, che però racchiude una profondità spirituale che merita di essere riscoperta.
La processione non è solo memoria di una devozione antica. È un segno liturgico che unisce la preghiera alla vita, la fede al territorio. Camminando con la statua di Sant’Anna, portiamo la nostra preghiera fuori dalle mura della chiesa, ricordando a noi stessi e al paese che Dio non è lontano, ma cammina accanto al suo popolo.
Sant’Anna, madre di Maria e nonna di Gesù, rappresenta il legame tra le generazioni, la sapienza trasmessa nella fede, la forza silenziosa di chi accompagna e custodisce. Affidarsi a lei significa riconoscere il valore delle radici, della famiglia, della trasmissione della fede nella quotidianità.
Durante la processione, portare la statua di Sant’Anna tra le case è come dire:
“Anche qui, in mezzo alle fatiche, alle gioie, alla vita concreta, abita la speranza. Anche qui la fede può illuminare e sostenere.”
È un gesto che parla anche a chi guarda da lontano, a chi si affaccia incuriosito o si ferma per un segno di croce. È annuncio silenzioso, preghiera che si fa strada, presenza che consola.
La processione è anche un invito alla comunità: a camminare insieme, a riconoscersi parte di una stessa fede, a ritrovare nel ritmo dei passi condivisi il respiro della comunione. Non siamo soli. E Sant’Anna, donna di fede e di speranza, ci aiuta a ricordarlo.
Che questo gesto liturgico non sia solo tradizione da mantenere, ma testimonianza viva di un popolo che ancora oggi sceglie di affidarsi, di ringraziare, di invocare.
Con Sant’Anna in cammino, il nostro paese si fa terra di benedizione.