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Intervista


Ci troviamo a tu per tu con il seminarista Lorenzo.


CI RACCONTI QUALCOSA DI TE? QUANDO SEI NATO, LA TUA FAMIGLIA, IL TUO PAESE DI ORIGINE…
Sono nato il 14 giugno del 1998. In famiglia siamo in cinque: papà, mamma, un fratello maggiore ed una sorella minore. Vengo da Cassago Brianza: un paesino tranquillo, a metà strada tra Lecco e Milano.

COSA DESIDERAVI FARE DA GRANDE?
Senza dubbi lo scienziato: sono sempre stato affascinato della scienza! Tuttora, tra le mie passioni, ha un posto privilegiato.
In realtà, sognavo anche di diventare un arbitro di calcio. Crescendo, però, questo desiderio è venuto meno.

DA QUANTO CI HAI DETTO POSSIAMO FACILMENTE INTUIRE CHE HAI SCELTO IL LICEO SCIENTIFICO NEL TUO PERCORSO DI STUDI. COSA HAI FATTO DOPO?
Avete fatto centro! Dopo il liceo scientifico ero indeciso tra ingegneria, fisica e matematica. Mi sono iscritto alla facoltà di matematica visto che è la più teorica. Mi sono, quindi, laureato con una tesi in algebra astratta perché quello che ho sempre cercato non erano soltanto le applicazioni ed i risultati, ma anche l’estetica. E ciò che mi ha  fatto continuamente impazzire della matematica è la sua bellezza e la sua eleganza. 

DALLA LAUREA AL SEMINARIO?
In realtà, quando sono entrato in seminario, il 13 settembre 2020, dovevo ancora sostenere due esami universitari. A novembre, complice il Covid, ho potuto, per un mese, dedicarmi alla stesura della tesi ed il 17 dicembre mi sono laureato. 


COME È MATURATA LA DECISIONE DI INIZIARE IL CAMMINO PER DIVENTARE SACERDOTE?
La prima persona che mi ha prospettato questa strada è stato il mio ex parroco, in quinta liceo, in occasione delle confessioni di Natale, dopo avergli confidato di non essere felice, nonostante avessi tutto.  

DI FRONTE A QUELLA POSSIBILITÀ QUALE È STATA LA TUA REAZIONE?
Fino ad allora, io frequentavo l’oratorio semplicemente perché c’erano i miei amici. Dettato dal fatto che i miei genitori mi avevano sempre detto che era importante, partecipavo anche alla Messa, ma non certo perché credessi veramente che fosse qualcosa in grado di nutrire la mia vita. La proposta del mio ex parroco mi ha, perciò, colto di sorpresa e benché la mia prima reazione sia stata quella di un rifiuto, ha iniziato a “scavarmi” dentro. Ero confuso. E non sapendo come dare una risposta alla mia insoddisfazione, ho iniziato a pregare: dovevo capire se quel Gesù, di cui mi avevano parlato a catechismo, potesse davvero c’entrare qualcosa con me e con la mia felicità. 
Attraverso degli incontri mensili, ho quindi iniziato un percorso di avvicinamento al seminario, con l’obiettivo di capire se, quella al sacerdozio, fosse effettivamente la proposta che Dio aveva pensato per me. 
Il percorso è stato lungo - con anche momenti difficili - ma bello, a posteriori. 

COME L’HAI DETTO A CASA? COME È STATA PRESA LA NOTIZIA?
Non sapevo come fare. Poi, una sera, rientrando dall’università, grazie all’assenza dei miei fratelli, ho colto la palla al balzo, facendoli anche inizialmente preoccupare per la determinazione avuta nel dirgli: “Sedetevi un attimo”. Loro sono sempre stati contenti, anche se ci hanno messo un pochino a “digerirla”.
In seguito, pian piano l’ho comunicato anche al resto della famiglia e, solo dopo aver maturato la decisione, è stata la volta dei parenti e degli amici. Le reazioni sono state diverse ma tutti, in fin dei conti, l’hanno presa bene.

HAI UN SANTO PREFERITO O UNA PARTICOLARE PAGINA DI VANGELO CHE TI AFFASCINA?
Sono particolarmente legato a sant’Agostino. È una figura che conosco fin da bambino perché pare che Cassago sia la “Cassiciaco” dove Agostino ha soggiornato prima del battesimo. 
Entrando in seminario ho, poi, scoperto una grande affinità spirituale e teologica con questa figura.
Le pagine di vangelo sono tantissime ma, dovendo fare una scelta, direi i versetti del capitolo 6 di Giovanni: “Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: “Volete andarvene anche voi?” (Gv. 6,66-67). Trovo che la domanda di Gesù sia bellissima perché non nasconde nulla della sua persona e del suo insegnamento per far sì che gli apostoli lo seguano, ma li lascia liberi. Una libertà che viene data anche a ciascuno di noi e che deve far riflettere la stessa Chiesa, chiamata a presentare Cristo per quello che è, anche a costo di non essere approvata.
“Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (Gv. 6,68). Credo che in questa risposta ci sia l’essenza di tutto il discepolato. Perché una vita che non sia eterna, non può avere un senso. Da chi andremo? Più di così non possiamo avere e sperare!

PRIMA DI ARRIVARE IN MEZZO A NOI, DOVE SEI STATO MANDATO?
Nei primi due anni di seminario sono stato a Cassano Magnago, nel varesotto; il terzo anno, invece, a Cesano Maderno, nella Brianza monzese.
Durante il quarto anno, quello dedicato alla pastorale “speciale”, ho potuto entrare in contatto con i detenuti, nel carcere di San Vittore: un’esperienza che mi ha fatto crescere tanto.
Da settembre sono tra voi e, con voi, vivrò due “traguardi” importanti nella mia vita: il 4 ottobre il diaconato e, a seguire, il 13 giugno del 2026, l’ordinazione presbiterale.

C’È QUALCOSA CHE TI HA COLPITO DELLA NOSTRA COMUNITÀ?
La voglia di fare. Non è per niente scontato che ci siano tante persone che, senza chiedere nulla e magari anche nel nascondimento, si mettano in gioco e a servizio della comunità.

IL PERIODO DELLE ATTIVITÀ ESTIVE HA GIÀ PRESO IL VIA. COSA TI PIACEREBBE VEDERE?
Il Signore si rivela in modo concreto nelle persone che incontriamo, regalando loro la Sua forza, il Suo aiuto e il Suo sostegno. Lo scopriamo nella quotidianità delle piccole scelte, nella disponibilità a condividere e a mettere a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità; nella grandezza di un umile gesto di perdono, nelle situazioni di difficoltà e nei momenti di festa.
L’estate offre tanti momenti di condivisione, soprattutto con i ragazzi e con i giovani: sarà bellissimo vedere la presenza di Dio all’opera!

“Toc Toc – Io sono con voi tutti i giorni” è lo slogan che fa da sfondo all’Oratorio estivo. 
Tu, a quel “Toc Toc” di Dio nella tua vita, ti sei messo in cammino e, dopo aver cercato, ed esserti interrogato, hai detto: “Mi sto preparando ma entra, è aperto!”.
Grazie delle tue parole e della tua testimonianza.
Possa ognuno di noi essere pronto nella sua personale risposta ad aprire quella porta che, da sola, risponde al nostro bisogno di completezza e di felicità: quella del cuore.

Sabrina Galli

 

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